La cena dei cugini

Non è chiaro in base a quale congiunzione astrale, ma in questo anomalo inizio d’estate c’è stata una sola sera di bel tempo, abbastanza luminosa, non troppo calda, incastrata tra alcuni giorni di cielo giallo e sole oscurato e un potente nubifragio notturno. Ed era proprio la sera in cui avevo fissato l’annuale cena dei cugini. A dispetto della legge di Murphy, l’unica serata adatta a una cena in giardino era proprio quella fissata da settimane. I cugini sono sette: i miei quattro figli e i miei tre nipoti, figli di mia sorella. Sono nati tutti tra il 1981 e il 1991 e al momento quasi tutti sono accoppiati e diversi di loro sono genitori. Aggiungi qualche elemento imprevisto, qualche variabile impazzita e facilmente arrivi a un totale di 21 persone, che mai avrei potuto invitare all’interno della mia casa, ma che hanno trovato ottima collocazione nel giardino sul retro, che poi un giardino non è, bensì un più modesto cortile pavimentato di 10 metri per lato. Da molti mesi nessuno è venuto a dare una potatura alle piante e ai cespugli che lo bordano tutto intorno, tanto che il modesto spazio in cui abbiamo collocato tavoli e sedie di plastica ha assunto l’aspetto di un tratto di giungla appena disboscato a colpi di machete. I bambini scorrazzavano un po’ ovunque, le madri si confidavano l’una con l’altra le difficoltà della loro condizione, gli uomini commentavano gli europei, i suoceri inglesi di mio nipote sedevano perfettamente british a un tavolino ed erano disponibili a scambiare due parole con chiunque nella loro albionica lingua, il piccolo Dario improvvisamente decideva di aprire il rubinetto della gomma per annaffiare, le porzioni di pizza sparivano a gran velocità entro le bocche fameliche e le bottiglie di birra vuote ormai non si contavano.

Nel corso di una necessaria sosta in bagno, Ada confidava alla mamma:

«Si vede che Marisa ci sa fare con i bambini. Ha il riduttore per il water, invece il nonno Gianluca no!»

A fine serata, seduto sul primo gradino della scala che porta al piano di sopra Lorenzo, sette anni, mi chiedeva:

«Esattamente, che parentela c’è tra noi? Cosa sei tu per me, biscugina, bisnonna, antenata?»

«Sono la zia di tua madre, e tu sei il mio pronipote.»

Soddisfatto, si infilava la felpa e prometteva di tornare il prima possibile. I Playmobil di Dario gli erano piaciuti moltissimo.  

Informazioni su marisasalabelle

Sono nata a Cagliari il 22 aprile 1955. Vivo a Pistoia. Insegno. Mi piace leggere e scrivere.
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7 risposte a La cena dei cugini

  1. alicespiga82 ha detto:

    Il passaggio da bisnonna ad antenata non mi è chiarissimo. 🤣Bellissima e numerosissima famiglia. Complimenti a voi. 🤗

  2. Raffa ha detto:

    Io gli avrei detto che eri la sua antenata. Pensa quando andava a raccontare che era stato a cena da un’antenata…

  3. willyco ha detto:

    Bello, faticoso, imperdibile per le memorie future. Benefattrice

    • marisasalabelle ha detto:

      I miei figli e i loro cugini hanno passato l’infanzia insieme; con l’età adulta ognuno ha la sua vita ma a me fa piacere che mantengano un legame, e faccio quel che posso per conservarlo!

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