Sono molto turbata dalla vicenda di Alfredo Cospito. Mi chiedo quanti giorni ancora gli restino e se qualcuno farà qualcosa per salvarlo. Il suo medico e il garante per i detenuti hanno espresso la loro preoccupazione e chiesto che sia trasferito in una struttura più idonea alle sue condizioni di salute, ma nessuno sembra intenzionato a dar loro retta.
Cospito non è un agnellino. Ha commesso crimini gravi ed è stato condannato. Ciò che appare sproporzionato è il fatto che sia stato confinato al carcere duro, 41bis, come il più incallito e pericoloso dei boss mafiosi. C’è qualcosa di eccessivo in questo accanimento nei suoi confronti. Da oltre 100 giorni è in sciopero della fame e certo, se le cose non cambieranno, presto ne morirà. Lo Stato appare indifferente alla sua sorte, anzi, ieri Palazzo Chigi ha diffuso un comunicato particoarmente duro.
Non approvo la violenza e gli attentati, non approvo quindi le azioni che sono state compiute in segno di protesta per la sua situazione: ho pensato subito che avrebbero avuto un effetto negativo, e così è stato. Per come la vedo io, manifestare per Cospito è giusto, ma in modo pacifico.
Tuttavia la durezza e la spietatezza che lo Stato stanno dimostrando verso di lui mi spaventano. Solo nel 2022 sono morte in carcere, per suicidio, 77 persone; molte altre sono state maltrattate, percosse, se non uccise: il caso Cucchi non è certo il solo. Non aggiungiamo un altro decesso a questa lunga lista.
La morte di Stefano Cucchi è stata un’infamia, e purtroppo non è un caso isolato. Ma la stragrande maggioranza dei nostri carabinieri è costituita da uomini integerrimi ed eroici.
Dedicato ai nostri uomini in divisa:
Purtroppo non sono pochi anche dentro le Istituzioni, in polizia e nei Carabinieri e tra le guardie carcerarie, persone violente e vendicative… non si può certo dire che siano “tutti” così ma neanche che siano solo “un paio di mele marce”.
Le rispondo con questa foto, vale più di mille parole:
Cara mamma,
ti scrivo dal carcere per dirti che il posto dove mi hanno messo è un pochino vintage. Certo ha il suo fascino ma anche qualche piccola controindicazione. I metri quadrati a disposizione sono all’incirca per due persone. Siamo in otto. La doccia funziona ad intermittenza in un vano diroccato esterno e bisogna fare la fila. Il bagno è praticamente contiguo a dove dormo ed è dotato di uno spioncino dove le guardie possono guardare mentre compio le mie deiezioni. Per il vitto direi che è “pessimo e scadente” in quanto i topi di nostra pertinenza si sono rifiutati di mangiarlo. In compenso potrebbe essere cosa assai buona se mi mandassi qualche soldo per comprare il così detto “sopravvitto” dove c’è una scelta di generi di prima necessità a prezzo maggiorato e prossimi alla scadenza. Carta igienica poca e razionata ferocemente. Riscaldamento, adesso che è inverno, leggerissimo; credo sia per rafforzare il nostro spirito di corpo…che non esiste perché sei dentro una gabbia con lupi che si azzannano fra di loro. Se non mi senti cercherò di “scrivere più forte” perché pare che ci sia un microfono interno nascosto dove ascoltano le nostre conversazioni. Mi fanno pressioni affinché io confessi anche quello che non ho fatto; ma sono rimasti stupiti perché non ho intenzione di mollare (grazie per questa parte del tuo carattere che ho ereditato) e vedremo quanto saranno bravi in fase processuale. Se puoi mandami qualche indumento pesante senza cappuccio (lo tagliano) e qualche biscotto.
Anche quello dei cani può venire bene.
Zipiostongoincarcereemammamore
Ed occhio alla saponetta
piuttosto non mi lavo!
Purtroppo le condizioni di molti carcerati non sono dissimili da quelle che descrivi… in ogni caso sarà mia premura di farti avere una torta con una lima dentro per tagliare le sbarre…
Come volevasi dimostrare!
Purtroppo le carceri sono inferni…. giusto pagare se si sbaglia ma non dimenticare che sono comunque esseri umani e non bestie buttate lì
in teoria il carcere dovrebbe servire a riabilitare le persone, a riportarle in società con maggiore consapevolezza e responsabilità….
Così almeno dice la Costituzione…
In teoria sì
Spesso si tende a dimenticarlo!
Fin quando si dividerà tutto in fazioni ci sarà sempre più spazio per l’ingiustizia.
Bisognerà battersi per la giustizia!
Nel frattempo la polizia si batte per noi, come dimostra quest’articolo: https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/canta-che-te-suono-nbsp-ndash-polizia-ha-arrestato-trapper-340790.htm
Sforzandosi di essere il meno squilibrati possibile, ma equidistanti ed indipendenti nel giudizio e – soprattutto – nell’applicazione del diritto: un’applicazione interessata e faziosa può produrre persino più problemi sociali del reato che si vuole perseguire.
Questo è il compito di chi applica le leggi: a noi come cittadini spetta mantenere viva l’attenzione sui problemi dei detenuti
Il tribunale del riesame, tra le altre cose, si occupa anche del rinvio (obbligatorio o facoltativo) dell’esecuzione di pene detentive.
pardon, di sorveglianza
Quello che proprio non concepisco e l’atteggiamento da Ponzio Pilato del rimandare di un mese per vizio di forma la decisione, è un atteggiamento che mi disgusta, una incapacità di prendersi le proprie responsabilità che fa schifo a livello istituzionale. Proprio perché Cospito non è innocente lo stato dovrebbe distinguersi!
Rimandare, in questa situazione, è criminale. “Eh, ma abbiamo anticipato l’udienza!”… Sì, al 7 marzo!
Uno Stato rigido da “boia chi molla” … Questo sono, anche col vestitino nuovo, ma questo.
E’ così
Su Rete 4 hanno appena fatto vedere un’udienza del processo a Cospito (quella del 30 Ottobre 2013). L’imputato aveva chiesto alla giudice di poter leggere una lettera aperta che si era portato dietro con sé; lei ha rifiutato, ma lui l’ha guardata con un’espressione strafottente e l’ha letta lo stesso.
Anche il contenuto della lettera era stomachevole, perché Cospito rivendicava con fierezza ed autocompiacimento l’attentato da lui compiuto ai danni di Roberto Adinolfi, dipingendosi come un eroe.
Se vuole vedere il video in questione, l’ho trovato anche in rete: https://www.lastampa.it/cronaca/2023/01/30/video/la_rivendicazione_di_cospito_al_processo_adinolfi_nellottobre_del_2013_e_stato_un_piacere_sparargli-12613593/.
Ora, io capisco che Lei sta difendendo un principio e non il singolo imputato, ma tra i migranti, i percettori del reddito di cittadinanza, Mimmo Lucano e adesso questo soggetto direi che Lei ha sviluppato una vera e propria inclinazione a fare l’avvocato del diavolo. Io invece, come il vecchio ‘Ntoni, sono incline ad affidarmi alla saggezza dei proverbi: se Cospito avesse condotto una vita da onesto cittadino non si troverebbe in questa situazione, e quindi chi è causa del suo mal pianga se stesso…
So bene che Cospito ha commesso dei crimini, ma la pena che gli è stata comminata è eccessiva e vendicativa; inoltre il 41bis è da tempo sotto l’attenzione della comunità europea per il suo carattere drastico; infine, lo Stato è responsabile della vita di coloro che tiene in sua custodia. Come disse una volta Oscar Luigi Scalfaro (che certo non è in fama di comunismo), “un uomo è entrato da vivo nella custodia dello stato e ne è uscito da morto”. Cito a memoria perché non riesco a trovare il testo originale. So che chi è in carcere ha commesso dei crimini, salvo casi di errori giudiziari, ma lo Stato deve salvaguardare queste persone, non affliggerle ingiustamente e sproporzionatamente o lasciare che si lascino morire.
E sì, sono un avvocato delle cause perse, non direi del diavolo, mi stanno a cuore gli ultimi, gli sciagurati, gli oppressi e perché no, anche i peccatori. Non sono religiosa ma ricordo bene cosa disse Gesù Cristo: i ladri e le prostitute vi precederanno nel regno dei cieli.
La durezza del 41bis non è fine a se stessa, perché ha lo scopo di impedire i collegamenti tra i detenuti e le associazioni criminali di appartenenza. A Bruxelles di mafia e affini se ne intendono di meno rispetto a noi, quindi non possono capirlo. E proprio perché di mafia se ne intendono meno di noi, trovo ridicolo che vogliano insegnarci come trattare i mafiosi.
Magari secondo i geni di Bruxelles la soluzione sarebbe andare dai detenuti mafiosi, fare insieme a loro un bel girotondo, cantare in coro una canzoncina sull’amore fraterno e poi rispedirli a casa.
No, non credo, considera però che sebbene abbia una sua utilità e soprattutto l’abbia avuta quando è stato istituito, tuttavia il 41 bis è un regime di eccezionale durezza e che quindi un ripensamento è doveroso; aggiungo che per quanto io non giustifichi né sminuisca le azioni di Cospito, dargli questa pena è quanto meno discutibile. Infine, visto che una pronuncia definitiva deve ancora arrivare, potrebbero nel frattempo sospendergliela e rimandarlo a carcere normale, compiendo un gesto umanitario.
Mi unisco alla tua indignazione.
Per quanto uno abbia sbagliato, lo Stato deve sempre garantire cure mediche e una detenzione proporzionata al crimine commesso.