Ok, dopo la breve trasferta a Marina di Pisa, il vero debutto del Ferro da calza è questo pomeriggio, a Pistoia. La mia città è sempre stata generosa di consensi nei miei confronti, e spero che lo sia anche stavolta. Anche perché ho invitato tutti, ma proprio tutti tutti, tanto che se dovessero davvero venire il libraio sarebbe costretto a mandarne via una buona parte. Dopo tanto tempo che non le vedevo, causa l’allentamento dei rapporti causato dalla pandemia e dalle relative restrizioni, unito a una buona dose di paranoia da parte loro, le mie care amiche Mara e Marella mi hanno promesso che verranno. Già me le vedo trotterellare, una alta e massiccia, l’altra tonda come una pallina, verso la libreria, ammesso che riescano a trovarla. In fondo non è la stessa libreria dei miei primi due libri, è la stessa degli Ingranaggi, ma da allora ha cambiato location e ha modificato in parte il nome, e questo potrebbe creare qualche problema anche a persone meno svagate.
«Ha fatto bene la Marisa a scrivere un libro sul lavoro a maglia: ti ricordi com’era brava, che bei maglioncini confezionava per i bambini? Spero che nel libro ci siano molti modelli carini!»
«Non credo che sia un manuale di lavoro ai ferri, sai. Il titolo mi fa presagire che il tema sia ben più drammatico.»
«Drammatico? E cioè?»
«Ma come, non hai capito? Il ferro da calza! Parla di un aborto clandestino, è ovvio!»
Ah, sì, l’appendice con i modelli per il lavoro a maglia è certo il punto forte del tuo romanzo. 🤣😂
Infatti! 😀
Quanto scrivi bene!
Be’, grazie! 🙂
Melius abundare quam deficere
Com’è andata?
Bene, pubblico abbastanza numeroso e interessato, buone vendite, aperitivo finale