Finché siamo giovani

L’ho sempre detto: le esperienze, nella vita, vanno fatte da giovani. Hai più energia, più entusiasmo, più risorse da dedicare. È per questo che ho pubblicato il mio primo romanzo a soli sessant’anni, col latte materno ancora ai lati della bocca, e ho accettato di farmi coinvolgere in un’esperienza politica ora che ne ho appena 67. È così: mi candido alle elezioni comunali. Non come sindaca, no. Sono in lista con un candidato alternativo sia al sindaco uscente, Alessandro Tomasi, fratello d’Italia e di sorella Giorgia, sia alla candidata del PD, Federica Fratoni. Il mio candidato si chiama Francesco Branchetti, guida un raggruppamento di forze di sinistra e ambientaliste, è un infermiere e ha idee e valori nei quali mi rispecchio.

Stamattina sono andata a farmi la foto per il cosiddetto santino elettorale. Sono arrivata sul posto prescelto, la bella piazza dello Spirito Santo, e il fotografo, che mi aveva già ritratta quando uscì l’Efisia, era al lavoro con un giovanissimo candidato, che non faceva che toccarsi i capelli e strizzare gli occhi, spostare il peso del corpo da una gamba all’altra, insomma fare tutto il possibile per ostacolare il lavoro del paziente fotografo. Una volta sbrigato il ragazzo, sarebbe toccato a me, ma c’era una candidata che aveva tanta di quella fretta, ma tanta di quella fretta, che le ho ceduto volentieri il posto. Finalmente è stato il mio momento:

«Sorridi… un po’ di più… un po’ di meno… cerca di non strizzare gli occhi…»

«Ho la testa storta?»

«Ehm…»

Io ho sempre la testa storta, nelle foto. E il bello è che non so mai da che parte devo spostarla per raddrizzarmi. Comunque alla fine ne siamo venuti a capo. Sarò venuta benissimo, lo sento. La più bella candidata che mai sia apparsa su un santino elettorale.