Vado in profumeria. Mi metto a girare tra gli espositori delle varie marche quando una commessa mi abborda.
«Posso aiutarla?»
«Vorrei un ombretto verde-oro.»
«Verde-oro? No, abbiamo ombretti verdi, in diverse sfumature, e ombretti dorati, ma verde-oro no!»
«Ne avevo comprato un tempo fa, proprio qui.»
«Impossibile! Mai avuti ombretti verde-oro.»
Mi avvicino all’espositore della marca che ho in mente, campioni di ombretto di vari colori sono allineati in basso a destra.
«Ecco», dico alla ragazza, indicando un dischetto di polvere compatta color verde bosco con screziature dorate. «È questo.»
«Ah! Diceva questo! D’accordo: le faccio un pacchetto?»
Esco dalla profumeria ed entro alla Feltrinelli, che è proprio lì vicino. Appena entrata mi sento chiamare: è mia cugina Alessandra.
«Ciao Marisa, capiti a proposito. Cercavo il tuo libro, L’ultimo dei Santi, voglio regalarlo a un’amica, ma il commesso dice che non c’è.»
Strano, fino a qualche giorno fa ce n’era una copia solitaria: possibile che tutti gli improbabili acquirenti dell’Ultimo dei Santi si siano svegliati contemporaneamente?
«Hai provato a guardare sullo scaffale, alla S?»
«Ma la signora dice che è un giallo, tra i gialli non c’è!», dice il commesso.
«Vieni con me», dico ad Alessandra. A passo sicuro vado allo scaffale, cerco la lettera S, trovo immediatamente il libro, lo porgo a mia cugina.
Forse avrei dovuto fare la commessa.
Io l’ho fatta per circa 15 anni della mia vita, ho fatto la responsabile, ho avuto un negozio e ti assicuro che negli ultimi anni la professione ha avuto un abbruttimento: poi dipende molto dalla persona, eh!
Io, dove non mi salutano quando entro, non compero nulla.
Ovviamente ci sono ottime commesse e commessi, ma ce ne sono alcuni che non troverebbero neanche il loro sedere, se non ce l’avessero attaccato dietro…
Il livello del personale nelle librerie delle grandi catene è molto spesso disastroso. Avevo scritto qualcosa a proposito un po’ di tempo fa in appendice a un post su Amazon.
https://ilballodeizanzoni.home.blog/2020/02/13/un-sussulto-di-dignita-amazon-vai-a/
Non ci sono più le commesse di una volta… diciamolo pure, non sanno fare il loro lavoro.
Contratti a tre sei mesi e appena imparano qualcosa vengono sostituite
È così
Fare la commessa dev’essere un lavoro davvero duro e di grande pazienza, anche se in alcuni negozi in cui è capitato d’entrare sembrava quasi che gli scocciasse avere dei clienti. Se avevi bisogno di qualcosa e vedevi che il massimo che erano impegnate a fare era o chiacchierare con le colleghe o trafficare con lo smartphone, “Un attimo e arrivo subito.” era la frase standard, e se provavi a far notare che ti occorreva il loro aiuto sbuffavano o t’ignoravano, 🤦♀️. Come dire? “Voglia di lavorare saltami addosso”. Sicuramente tante ragazze con più voglia di lavorare di queste meritavano di avere il loro posto.
Sia chiaro che non era mia intenzione denigrare la nobile professione dei commessi e delle commesse. Constatavo solo la coincidenza che me ne ha fatto incontrare due incompetenti nello stesso giorno!
Scusi cercavo un blog di una tizia che ha dichiarato guerra alla Svizzera…sa dirmi dove la trovo?
Non si può dichiarare guerra alla Svizzera… la Svizzera è neutrale!
Mio nonno, in aggiunta allo stipendio, alla commessa dava una percentuale sulle vendite. Raramente qualcuno lasciava il negozio senza aver comprato qualcosa 😉
Lo faceva anche Aldo Gucci. Diceva anche che il bravo commesso dev’essere prima di tutto un bravo venditore: se un cliente entra con l’idea di comprare una cravatta, deve uscire con 2; se vuole comprare un profumo per sua moglie, il commesso deve convincerlo a regalarle anche un paio di guanti. Il tutto senza mai risultare invadente, anzi facendo credere al cliente che l’idea di un secondo acquisto l’abbia avuta lui spontaneamente.
Invece nel mio caso se fosse stato per i commessi non si sarebbero venduti né l’ombretto né il libro…
Non credo, come si è ipotizzato in un commento qui sopra, che la loro inettitudine dipenda dalla tipologia del loro contratto: io ritengo che sia soprattutto un fatto di scarsa formazione. Aldo Gucci faceva vedere personalmente ai suoi commessi come raggiungere quei risultati: a forza di osservarlo mentre ammaliava il cliente e lo portava a comprare più di quanto avesse intenzione all’inizio, loro imparavano il mestiere e riuscivano ad emularlo. Molti negozianti invece non danno queste lezioni di marketing (anche perché loro per primi ne sanno poco), e quindi i commessi che lavorano con loro non diventano competenti. Grazie per la risposta! 🙂
Ho appena assistito ad un duello rusticano su Rete 4 tra la Santanché e il Suo amico Biancalani (pur di apparire in tv sta sveglio fino a dopo mezzanotte). La Santanché ha dato a Biancalani del cattivo maestro, e ha detto che ospita nella sua parrocchia molti spacciatori; lui ha tentato di risponderle, ma ha fatto in tempo a dire una sola frase (“Cerco di fargli capire che sbagliano”) prima che la conduttrice lo tagliasse per lanciare la pubblicità. Dubito che gli ridaranno la parola alla ripresa della trasmissione, ma a lui va bene lo stesso: la sua comparsata in tv l’ha fatta anche oggi.
Certo che sei proprio acido! Passato il periodo di notorietà forzata, non mi risulta che Biancalani sia sempre in TV…
Ha ragione, forse ci sono andato giù troppo duro con Biancalani. Comunque è risaputo che tra lui e la Santanché non corre buon sangue, quindi è chiaro che la conduttrice li ha fatti dibattere con il preciso scopo di scatenare una caciara. Del resto è proprio per le continue risse verbali che guardo i talk show politici di Rete 4! 🙂
Tra Biancalani e Santanché non ho dubbi su dove vadano le mie simpatie
Forse La stupirò, ma la Santanché non sta simpatica neanche a me. Anzi, in realtà non mi sta simpatico nessuno della destra a parte Giorgia. Ammetto tuttavia che qualche volta anche Salvini ha detto o fatto cose che mi hanno mandato in estasi, tipo questo breve discorso:
pensi d’aver sbagliato professione?