Acqua di San Giovanni

Per i primi 65 anni della mia esistenza ho condotto una vita tranquilla ignorando che esistesse  un preparato chiamato acqua di San Giovanni e che la notte tra il 23 e il 24 giugno fosse preposta alla produzione del detto composto, accompagnata da una serie di rituali. Dall’anno scorso, invece, alla viglia della ricorrenza del Battista, Facebook si riempie di foto raffiguranti ciotole, secchi, pentole e bacinelle piene d’acqua nella quale sono sparsi erbe e fiori a volontà. Mi sembra di aver capito che

  • Tale produzione sia prevalentemente compiuta da donne
  • Ogni donna fa a gara con l’altra per mostrare in foto la più bella e colorata composizione
  • L’infusione vada lasciata per tutta la notte sotto il cielo stellato
  • L’acqua così ottenuta abbia favolose proprietà ed effetti prodigiosi: secondo un detto marchigiano, La guazza di San Gioanno scaccia ogni malanno.

A questo punto le domande che mi pongo sono le seguenti:

  1. Come ho fatto a vivere per 65 anni senza sapere nulla di tutto ciò?
  2. Perché non usiamo l’acqua di San Giovanni per curare il Covid? È più economica dei vaccini e certamente ha meno effetti collaterali
  3. Davvero esistono delle donne che si trastullano con bacinelle, acqua e petali?

Informazioni su marisasalabelle

Sono nata a Cagliari il 22 aprile 1955. Vivo a Pistoia. Insegno. Mi piace leggere e scrivere.
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18 risposte a Acqua di San Giovanni

  1. IL DIARIO IN SOFFITTA ha detto:

    Nemmeno io lo sapevo ora grazie a te lo so

  2. marisasalabelle ha detto:

    Si imparano sempre cose nuove…

  3. Paolo Popof ha detto:

    Adesso che mi ci fai pensare, visto che sono del 55 (agosto), ne venni a conoscenza circa 55 anni fa, ma chi la preparava (la maestrina delle vacanze scolastiche) lo faceva per avere una sorta di acqua aromatizzata alle rose e al gelsomino con cui rendersi più … non so cosa, visto che penso allora avesse più di 60 anni 😉

  4. marisasalabelle ha detto:

    Anch’io sono del ’55…

  5. luisa zambrotta ha detto:

    L’ho scoperto quest’anno anch’io (e sono del ’50) 😊😮😇

  6. marisasalabelle ha detto:

    Dev’essere una tradizione molto radicata… 😉

  7. Perfetta per un ‘fiorelloso’ pediluvio! 😆

  8. eleonorabergonti ha detto:

    Ero totalmente all’oscuro anch’io di questa usanza.

  9. marisasalabelle ha detto:

    Menomale che non sono la sola! Sembra che su Facebook invece impazzi…

  10. nerodavideazzurro ha detto:

    Il punto 2 è una voluta iperbole ..? ^^’
    Belle queste composizioni, non le conoscevo neanch’io.

  11. poetella ha detto:

    Fino alla bara sempre s’impara…😂😂😂

  12. recensioni53 ha detto:

    L’iperico è l’ erba di San Giovanni e i Templari con quello curavano le ustioni, le ferite da taglio e l’umore dei guerrieri che rimanevano immobilizzati a letto per mesi. Forse depositarono il copyright sul nome e sulla composizione e da allora è nata l’acqua tarocca…. Chissà!!!!

  13. silviacavalieri ha detto:

    Conoscevo quest’usanza fin da bambina. L’ho sempre trovata una cosa carina, romantica, da sognatori, appassionati di favole. L’ho preparata per uno o due anni, quando avevo il giardino, usando petali di rosa, che in quella stagione abbondavano. Poi, come mi aveva tramandato la nonna, la mattina mi ci lavavo gli occhi e il viso. Era fresca e profumata. Partecipavano al rito mio figlio e mio marito, godendosi l’aroma e l’atmosfera serena.

  14. marisasalabelle ha detto:

    Sì, molto romantico. Ma poi hai smesso di farlo?

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