Nella mia passeggiata quotidiana verso il centro della città (ovviamente per motivi di salute, lavoro o forza maggiore) passo davanti all’agenzia funebre della Misericordia. Lì ci sono le camere ardenti dove ho vegliato tante persone a me care. A volte il marciapiede e la strada sono deserti, ma a volte ci sono capannelli di persone che vanno a salutare un defunto o escono a prendere una boccata d’aria. È lì che ho incontrato Sudoku: una collaboratrice scolastica dell’Istituto dove insegnavo, il cui soprannome prendeva spunto dal suo passatempo preferito. Nonostante fossero diversi anni che non la vedevo e nonostante la mascherina l’ho riconosciuta subito.
«Buongiorno! Si ricorda di me?»
«Certo: è la Salabelle.»
«Come sta?»
«Eh, insomma…»
Non faccio caso alla sua aria mesta, perché a memoria d’uomo nessuno l’ha mai vista sorridere.
«Come mai da queste parti?»
«Be’… è morto il mi’marito…»
Me lo diceva sempre mia nonna di non parlare a sproposito.
Non è detto che dovesse essere per forza triste.
Qui sei cattivo…
che figura LOL
In effetti!
C’era un rischio …..superiore al beneficio. Oggi si ragiona così.
Hai ragione, dovrei entrare in quest’ottica anch’io