Avanti con i volenterosi, i responsabili, i costruttori, gli affidabili, i patrioti, i salvatori, gli indispensabili… insomma, i trasformisti.
Marisa Salabelle
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C’è soltanto un epiteto che descrive correttamente i politici che cambiano casacca: traditori. Va bene anche venduti, perché tradiscono il loro partito ed i loro elettori per poter continuare a ordinare le ostriche al ristorante, non certo per il bene dello stato.
Ahahah! Non sei aggiornato col lessico! 😉
ahahahaah e vai avanti tutta!
Vento in poppa!
.. e poppe al vento!
(vedi attuale, e chissà per quanto, first lady)…
Per la gioia di wwayne, un’altra citazione musicale: Tu giri adesso con le tette al vento
Io ci giravo già vent’anni fa…
Ho capito, son stato un coglione
Me l’han detto tutte le persone
L’ho capito solo da un momento
Il mio potere l’ho gettato al vento
Vento d’Inverno
Conte mi ha mandato all’Inferno
Se poi si vota
Forse mi perdo
(rielaborato da “Vento d’Estate” di Max Gazzé, con Matteo Renzi come cantante)
Non conosco le canzoni di Max Gazzè. Ma me n’è venuta in mente un’altra: …capire tu non puoi, tu chiamalo se vuoi trasformismo…
Ricordo un titolo memorabile di un giornale di destra (non ricordo quale) quando stava per cadere il governo Prodi II: “Tu chiamale, se vuoi, elezioni”. In quel caso il titolo, oltre che molto azzeccato, fu anche profetico; stavolta invece temo proprio che non solo non si andrà a votare, ma non si arriverà neanche alle consultazioni, perché i senatori renziani sono solo 18, e 18 voltagabbana con cui sostituirli si trovano con estrema facilità. Spero solo che tra di loro non ci sarà nessun Fratello d’Italia: siamo sempre stati il partito anti – inciuci per eccellenza, e tali dobbiamo rimanere. Grazie per la risposta! 🙂
ormai hanno finito i termini per catalogarli 😉 ne inventeranno di nuovi, i vocabolari si apprestino a ricevere nuove parole… 😉
Costruttori però è particolarmente fantasioso!
che sonno!
Cito dal Fatto quotidiano di ieri:
Nessuno fa niente per niente. Quindi, “responsabili”, “disponibili o “costruttori” che siano, i parlamentari che passano dall’opposizione alla maggioranza (o viceversa, ma è più raro) restano dei voltagabbana che vogliono conquistare la poltrona, se non conquistarne altre.
Ringrazio di cuore Marco Travaglio, perché con queste poche e semplici parole ha fatto da contraltare alla propaganda filogovernativa per cui i venduti che faranno da stampella a Conte sono delle figure eroiche alle quali dobbiamo eterna gratitudine.
P.S.: Intanto Renzi registra già la prima defezione: https://www.ansa.it/basilicata/notizie/2021/01/16/governo-de-filippo-iv-sbagliata-scelta-iv-voto-fiducia_47573bef-a504-4ea1-abe8-db55953da73a.html. Data la disapprovazione generale attorno alla sua scelta di staccare la spina al governo, prevedo che non resterà l’unica.
Pare che comunque buona parte dei futuri costruttori si stiano defilando…
Il motivo l’ha scritto sempre Marco Travaglio nell’editoriale di ieri: “Conte non ha né i soldi né le tv di Berlusconi. E nemmeno posti da garantire, a parte i 3 strapuntini liberati da Italia Viva”.
È vero!
Oggi alla Camera Conte ha incassato la fiducia, ma superando di soli 6 voti il numero minimo: per andare avanti gli ci volevano 315 deputati, ne ha trovati 321. Sarebbe una maggioranza molto risicata anche al Senato, figuriamoci alla Camera. A questo punto non do più per scontato che domani Conte riesca a spuntarla.
Pensavo che alla Camera avesse più voti… vedremo domani!
Comunque vada a finire, la damnatio memoriae di Conte (che in Senato ha volutamente evitato di nominare Renzi, perché sapeva che per un malato di protagonismo come lui sarebbe stato il dispetto peggiore) è stato un colpo di genio.
Ba’… anche Veltroni per tutta la campagna elettorale evitò di nominare Berlusconi che comunque vinse le elezioni lo stesso
In quel caso fu per un motivo diverso: Veltroni aveva capito che le crociate anti – Silvio servivano soltanto a rafforzare Berlusconi, e quindi tentò una strada diversa. Poi il suo successore Bersani tornò all’antico (non passava giorno senza che lui dicesse “Berlusconi si deve dimettere”), e ovviamente questa tattica si rivelò di nuovo perdente. Del resto la colpa non fu sua, ma di chi nel PD ebbe l’ardire di candidarlo: non capisco come abbia potuto pensare anche solo per un secondo che uno come Bersani potesse vincere le elezioni.