Non ho mai visto tanti ragazzi e tante ragazze in giro come da quando è iniziata la scuola. Non parlo delle ore canoniche, sebbene attualmente un po’ sfalsate, dell’ingresso e dell’uscita. No, parlo delle dieci, delle undici di mattina. Intere scolaresche percorrono le vie del centro seguendo l’insegnante , riempiono i giardini pubblici, fanno ginnastica in piazza del Duomo. Gruppi meno numerosi, senza scorta, con o senza mascherina, distanziati o allacciati in quei tipici abbracci adolescenziali che allargano il cuore, ciondolano tra le bancarelle e mangiano gelato o pizza. Il cielo è sereno, l’aria frizzante, sembrano felici e forse lo sono. Beati loro! Quale modo migliore per impiegare il tempo? Però… mi domando… e la Matematica? La Letteratura? Storia e Filosofia, Diritto, Meccanica, Fisica? Ah! Come si vede che sono una prof della vecchia guardia!
Marisa Salabelle
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Vero, oggi sono andato al centro era pieno di scolaresche a spasso.
Tutto bene, ma… quand’è che si impara qualcosa? Oh, che sciocca! Al giorno d’oggi non importa più imparare niente, tanto c’è Wikipedia
E’ vero, molti giovani hanno soltanto Wikipedia come fonte a cui attingere per eventuali informazioni. Ma alcuni di loro hanno una cultura generale molto più vasta di quel che si potrebbe immaginare, e degli interessi culturali altrettanto insospettabili.
Ad esempio, l’anno scorso feci ad una mia classe un’introduzione al 5 Maggio, e spiegai che Manzoni aveva dedicato questa poesia a Napoleone per la grande ammirazione che nutriva nei suoi confronti. Da lì mi venne spontaneo chiedere a ciascuno dei ragazzi di indicare qualcuno che loro ammiravano particolarmente, e uno di loro (tra l’altro abbastanza scarso come studente) mi disse Gino Bartali. Io ero convinto che lo ammirasse per i suoi risultati sportivi, invece quando gli chiesi di motivare la sua affermazione mi disse che lo ammirava perché aveva rischiato la vita per salvare gli ebrei. Una risposta così denota non solo una discreta cultura generale (perché molti giovani non sanno neanche chi sia Gino Bartali), ma anche una grande sensibilità, perché in un mondo cinico come quello di oggi non è da tutti lasciarsi toccare da una storia come questa.
Quest’anno poi sono rimasto di stucco nel vedere che un mio studente, anch’egli tutt’altro che brillante, sta passando ogni minuto dei suoi intervalli a leggere un romanzo di Valerio Massimo Manfredi. Inizialmente credevo che lo facesse soltanto quando c’ero io a sorvegliare la classe, in un pietoso tentativo di fare buona impressione su di me; poi ho chiesto ai colleghi che la sorvegliano negli altri giorni, e ho scoperto che fa la stessa cosa anche quando ci sono loro. Il suo è quindi un sincero amore per la lettura, e non di libri scemotti come quelli scritti dagli youtubers, ma di romanzi anche impegnativi come quelli storici. In questo batte perfino me, che preferisco libri più leggeri come i romanzi adolescenziali. E’ stata davvero una bella sorpresa.
Non intendevo schernire la preparazione dei giovani ma deplorare lo stato pietosi della scuola… comunque anch’io ho avuto degli studenti che su certi argomenti ne sapevano più di me
Sono convinto che in quella situazione anche Lei come me avrà avuto piacere nel notare che l’allievo aveva superato il maestro. Grazie per la risposta! 🙂
pure io come te!!
Ormai siamo da rottamare…
Forse i giovani oggi hanno una cultura più trasversale, e meno dogmatica. L’impressione, ma potrei peccare di superficialità, è che ci sia poco approfondimento. Un’infarinatura che maschera delle lacune. Boh, magari mi sbaglio….
Te lo confermo. Molti giovani quando studiano si limitano a memorizzare il succo del discorso, ma quando provi ad approfondire chiedendo dei dettagli (e parlo di dettagli importanti, non di quisquilie) quasi tutti rivelano un’impreparazione abissale. Alcuni professori dicono “Vabbé, almeno il succo del discorso lo sapeva” e mettono 6, altri invece (tra cui io) li spingono a fare uno studio più accurato dando l’insufficienza.
Nei casi peggiori l’alunno non solo ha memorizzato soltanto il succo del discorso, ma non riesce neanche ad esporlo in maniera adeguata: non a caso alle interrogazioni mi capita spesso di dire che “Se non conoscessi già l’argomento, dalla tua spiegazione non capirei nulla”. Sono le interrogazioni più deprimenti, perché oltre ad essere prive di tanti dettagli sono anche deludenti a livello espressivo. A quel punto meglio uno studente che sa solo il succo del discorso, ma almeno quello lo sa ripetere come Dio comanda.
Immaginavo…. l’impoverimento del linguaggio è evidente. Il vocabolario utilizzato si è ulteriormente ridotto… a forza di messaggi, tweet ecc ci si limita ad utilizzare poche parole…
Hai centrato il punto. I giovani di oggi sono abituati a condensare tutto nel breve spazio di un tweet o di un messaggio Whatsapp: di conseguenza non sono più capaci di esporre un concetto in maniera articolata, neanche quando su di esso abbiamo speso un fiume di parole sia io che il libro di testo. C’è chi si adegua a quest’andazzo e dà 6 anche a chi riassume tutto in 2 parole (peraltro dette male), e chi invece cerca di migliorare la situazione mettendo in chiaro che con questi presupposti la sufficienza a Italiano è una chimera. Io sono fiero di appartenere a quest’ultima categoria di professori. Grazie per la risposta! 🙂
Da rottamare forse no… ma oggi sono ben felice di essere in pensione
Beata te, Marisa. Io ancora ho degli anni…
Il tuo vantaggio è che sei giovane …. 🤗🧡
Segno che sei più giovane!
E i laboratori? I tirocini? Come lo imparano il mestiere? Tutto “smart”
Nulla di tutto ciò!