Ultime cose che ho fatto da cittadina libera: venerdì sono andata a cena fuori con mio marito. Eravamo gli unici avventori del ristorante. Sabato sono andata al cinema a vedere Volevo nascondermi, il bel film su Antonio Ligabue. Domenica ho invitato a pranzo i miei figli.
Stamattina verso le dieci, prima uscita nel mondo congelato dalla quarantena. Poche macchine lungo la strada, poche persone a piedi. Ci siamo guardati con sospetto, incrociandoci: di’, ma non sarai mica contagioso, tu…
Ho provato a entrare al supermercato, ma le porte automatiche non si aprivano, all’interno un uomo bardato come in certi film di fantascienza che tutti abbiamo visto, con walkie talkie all’orecchio, faceva entrare una persona per volta a intervalli di tempo abbastanza lunghi da scoraggiarmi. In fondo, da mangiare per qualche giorno ne ho, contando anche il cotechino precotto avanzato da Natale e i salatini surgelati che tengo di scorta per ospiti improvvisi, che per lungo tempo non si vedranno. Mi sono fermata dal giornalaio, che mi ha accolto in guanti e mascherina, ho preso il mio solito quotidiano, ho toccato un settimanale che poi non ho preso e poi, mentre tornavo a casa, mi sono sentita in colpa: non avrò mica attaccato il virus a quelle pagine incolpevoli?
Ora sono qui, sperando che venga abbastanza sole da permettermi di stare sul terrazzino, e scambio messaggi WhatsApp coi miei parenti sparsi per il mondo. E fu sera e fu mattina: primo giorno.
Marisa Salabelle
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Io da quando hanno chiuso le scuole sono uscito soltanto 2 volte: Sabato per andare a trovare una mia parente a Pisa e ieri per andare in biblioteca. Intendo non uscire più fino al 3 Aprile, perché ieri mi sono reso conto di quanto sia difficile mantenere un metro di distanza dalle altre persone: ad esempio, se mentre giri l’angolo ti spunta uno che fa jogging e ti passa a un centimetro di distanza non puoi farci nulla. E non mi si dica che la gente avrà il buon senso di non fare jogging: prima di tutto perché chi è ossessionato dalla forma fisica andrebbe a correre anche sotto le bombe, e poi perché in questi giorni gli italiani si sono rivelati capaci di comportamenti ancora più irresponsabili.
Onestamente questa autoreclusione non mi pesa granché, perché sto molto in casa anche quando non c’è il coronavirus. Anche a livello alimentare io e la mia famiglia ci siamo procurati da tempo tutto il necessario. Ero convinto che anche il resto degli italiani avesse fatto lo stesso, invece ho scoperto che stanotte c’è stato l’assalto ai Carrefour toscani aperti fino a mezzanotte: chi ci è andato è stato doppiamente irresponsabile, sia perché doveva pensarci molto prima, sia perché infilarsi in una coda chilometrica davanti al supermercato aumenta esponenzialmente il rischio di contrarre il virus.
Comunque non ho ancora capito quante responsabilità ha Conte in tutto questo, non so dire se è stato negligente o se ha sottovalutato il problema all’inizio, ma mi pare ovvio che negli ultimi giorni non sta facendo una bella figura. Se scrivi un decreto di Sabato sera e 2 giorni dopo è già diventato troppo morbido, vuol dire che non hai saputo prevedere gli sviluppi della situazione. Non è una colpa di poco conto, perché la lungimiranza è una qualità fondamentale per svolgere questo mestiere: un bravo politico prevede che cosa succederà anche di qui a qualche anno, quindi se il tuo orizzonte non arriva a dopodomani allora forse questo lavoro non fa per te…
Diamo a Conte il beneficio dell’essersi trovato in una situazione da incubo che mai avrebbe immaginato e di aver subito pressioni di segno diverso e anche opposto da ogni parte: tuttavia anch’io sono d’accordo che abbia commesso molti errori nel gestire la situazione, fin dall’inizio: chiudiamo tutto, riapriamo, no richiudiamo, resistete, non uscite… troppe direttive contraddittorie! Molte persone poi non hanno il minimo senso dell’opportunità dei loro comportamenti.
Io per conto mio fino a qualche giorno fa ho condotto una vita normale anche se non particolarmente godereccia, forte anche del fatto della totale assenza, fino alla fine della scorsa settimana, di contagi nella nostra provincia. Ora mi atterrò alle regole, ma ad esempio non posso abbandonare mia madre…
Anche la mia famiglia ha un’anziana di cui occuparsi (la mia nonna paterna), ma per grazia di Dio mio padre le ha affiancato una badante giusto pochi mesi fa: ha fatto appena in tempo. Così come ha fatto appena in tempo a fare la scorta alimentare anche per lei, comprandole tutto ciò che le mancava giusto 3 giorni fa. Se ve lo potete permettere, assumete una badante anche voi: non è una spesa, ma un vero e proprio investimento.
Riguardo al discorso delle province immuni, purtroppo è una situazione superata: a causa del comportamento scriteriato degli italiani, che hanno continuato imperterriti a spostarsi fino a stanotte, adesso neanche a Palermo possono dire “Tanto a noi non ci tocca”. Può succedere ovunque e a chiunque. La vita normale non esiste più, e non è affatto detto che ricominci a esistere dal 3 di Aprile. Prima ci abituiamo a questa idea e meglio è.
Grazie dei tuoi consigli, ti voglio comunque rassicurare: ho fatto sempre ciò che era permesso fare e così faccio anche ora! 🙂
Io mi sono messa quasi a domiciliari dai primi giorni. Speriamo che serva, e presto. Ormai arrivano notizie proprio brutte
Anch’io, quasi… però la situazione da noi è molto più tranquilla, almeno per ora