Forse sono piccolezze, o forse no.
Un giovane ristoratore pistoiese acconsente a prendere una studentessa per uno stage. Quando però vede che è nera cambia parere.
«Mi dispiace, non va bene. Nulla di personale, assolutamente, ma capisci… qui facciamo cucina tipica del territorio… abbiamo bisogno di personale locale.»
«Guarda che la ragazza è pistoiese, è stata adottata quando aveva un anno.»
«Sì, ma… abbi pazienza… ti sembra che abbia un aspetto da pistoiese?»
Un barista è disposto a prendere come tirocinante un ragazzo disabile. Purtroppo il ragazzo in questione non ha le capacità necessarie per stare al banco e servire i clienti.
«Mi dispiace, guarda, mi piace questo progetto per l’inclusione… avrei partecipato volentieri, sono molto attento a questo tema.»
«Se vuoi, avrei un altro ragazzo da proporti.»
«Che tipo di disabilità ha?»
«Non è un disabile, fa parte di un altro progetto.»
«Non mi dirai mica che è un nero?»
«Be’… ecco…»
«Ma lo sai che sono razzista!»
Non sono piccolezze anzi…
È proprio qui che si mostra il pensiero: nei (mancati) fatti