Concludo il 2018 – un anno da cancellare, per quanto mi riguarda, non fosse che per la nascita di Ada, la mia pronipotina – con il consueto rendiconto delle letture dell’anno. Leggere è sempre stato il mio rifugio, la mia via di fuga; i libri sono stati sempre presenze indispensabili nella mia vita e grandi fonti di consolazione. Dunque ringrazio i 103 libri che ho letto nel 2018, quelli leggeri, principalmente dei gialli, che mi hanno offerto un po’ di svago, quelli belli, vecchi e nuovi, che ne escono ancora tanti di bei libri, a volerli cercare, quelli drammatici, perché comunque il dramma è la nostra dimensione, e almeno i libri lo raccontano, lo esprimono in parole, quelli impegnativi, che mi hanno fatto crescere nella conoscenza.
Che cosa ho letto di piacevole, di bello, di importante quest’anno? Ho concluso la saga dei Cazalet, di Elizabeth Jane Howard, che avevo iniziato nel 2017: una lettura avvincente, come tutte le saghe familiari ben costruite. Di questa autrice mi è piaciuto molto il modo in cui ha saputo dar vita e personalità a ognuno dei suoi personaggi, in particolare ai bambini, per i quali mi sembra abbia rivelato di avere una mano particolarmente felice.
Il maledetto, di Joyce Carol Oates, un romanzo gotico veramente divertente e originale. Lincoln nel Bardo, di George Saunders, una riflessione sulla morte, non priva tuttavia di spunti ironici e di trovate esilaranti, Il matrimonio di Chani Kaufman, di Eve Harris, che racconta di una buffa comunità di ebrei ultraortodossi, che nella Londra del 2008 vivono seguendo le loro strambe tradizioni.
Di alcune delle mie letture ho già parlato sul blog: i libri di Edgardo Franzosini, di Marino Magliani, di Tiziana D’Oppido sono stati compagni straordinari. Altri sono stati delle autentiche sorprese, ad esempio Le case del malcontento, di Sacha Naspini, e La casa di cartone, del giovane Roberto Moliterni. Altri invece sono stati al di sotto delle mie aspettative: per esempio due libri premiati e molto ben recensiti, La ragazza con la Leica di Helena Janeczec e Le assaggiatrici di Rosella Postorino non mi hanno entusiasmata.
Un po’ di saggi per tenermi informata sul mondo che mi circonda: Nella setta, di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni; Ghetto Italia, di Yvan Sagnet e Leonardo Palmisano, Stranieri residenti di Donatella Di Cesare: di tutti questi ho parlato sul blog o su Poliscritture. Un altro libro che mi ha colpito molto, un po’ saggio, un po’ reportage, è Sui confini, di Marco Truzzi e Ivan de Maria, un giornalista e un fotografo, che raccontano con parole e immagini i luoghi di confine d’Europa, dai check point in disuso alle barriere di filo spinato a quelle “terre di nessuno” dove migranti vivono accampati nell’attesa e nella speranza che qualcosa, prima o poi, cambi.
Infine due mie passioni: la storia del Novecento, con I bambini di Moshe, di Sergio Luzzatto, e L’infanzia nelle guerre del Novecento, di Bruno Maida; e i matti. Sì, ho una passione sviscerata per i matti, e quest’anno ho letto diverse cose, tra cui La società dei devianti, di Piero Cipriano, e Malacarne, di Annacarla Valeriano. Be’, la finisco qui, ma potrei assestarvi un colpo mortale dicendovi che ho letto Fried green tomatoes at the Whistle Stop Cafè, tutto in inglese, e ho riletto I Guermantes di Marcel Proust… questo in italiano, però.
Marisa Salabelle
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Devo comprarmi la saga dei cazalet. Grazie e buon anno 🥂🎆🎉🎊🎄
Ottimo investimento!
Si credo proprio di sì 😊
La ragazza con la Leica non sono proprio riuscita a finirlo e sono anche arrivata quasi alla fine…che fatica.
Postorino è stata molto osannata per il suo libro. Sinceramente ho pensato che ad un certo punto le fosse stato dato un numero di pagine a cui doveva arrivare per forza. Verso metà ripete due e tre volte le stesse cose e poi gli ultimi due capitoli sono raffazzonati e sembra abbiano subito dei tagli. Mi sarebbe piaciuto domandarglielo ma mi spiace passare per polemica, la mia è solo curiosità.
Dei Casalet ho iniziato il primo libro, ora devo passare al secondo ma sono un po titubante, vedremo.
Insomma leggere è meraviglioso a prescindere!
Ho conosciuto un sacco di gente per merito delle letture.
E soprattutto mi piace parlare con persone che amano libri diversi da quelli che amo io, così c’è più frizzantino e c si diverte di più
Buon anno!!!!
Il fatto è che spesso i libri che ricevono premi importanti e vengono osannati dalla critica non sono i migliori… Ci sono moltissime ragioni per questo, forse alcuni ottimi romanzi mancano di certi requisiti di commercialità e sono destinati a piacere a una minoranza, altre volte ci sono meccanismi più o meno occulti che mandano avanti certe opere al posto di certe altre… l’importante è non limitarsi ai pluripremiati e allargare lo sguardo, essere curiosi, lasciarsi tentare da titoli meno in voga che potrebbero riservare piacevoli sorprese!
Si condivido in toto.
Infatti giro per molti siti e blog.
Alcuni consigli preziosi li rubo a La Lettura che dalle mie parti esce il Sabato con il Corriere.
Poi naturalmente ci sono le amiche lettrici e partecipo tutti gli anni al Premio ASTI d’Appello. Siamo un centinaio di privati, finanziamo il premio e allo stesso tempo votiamo quello che preferiamo in una rosa di circa 10, scelti tra i libri arrivati secondi o terzi tra i più famosi premi letterari italiani.
Complimenti per il suo record di 103 libri: il mio record è molto più basso (93), e per raggiungerlo dovetti leggere fino alle ultime ore dell’ultimo giorno.
Le faccio i complimenti anche per essere riuscita ad arrivare in fondo a Il maledetto, e perfino ad apprezzarlo: io invece, nonostante la mia passione per l’autrice, ho dovuto alzare bandiera bianca ben prima della fine, onde evitare di venire ucciso dalla noia.
Riguardo ai Pomodori verdi fritti, il film tratto da quel libro è una delle più colossali occasioni sprecate nella storia del cinema: è meraviglioso dalla prima alla penultima scena, ma si rovina con un finale che più osceno non si può. E il bello è che quel finale si poteva tranquillamente tagliare, senza che la trama ne soffrisse in alcun modo. Quando si dice l’importanza di un buon montaggio.
Comunque quest’anno ho letto poco, ma i pochi libri che ho letto hanno avuto una grande influenza sul mio blog: infatti ho scritto solo 2 post letterari, ma hanno raccolto molti più clic di tutti i miei post cinematografici. Di norma è l’opposto.
Il post più visualizzato di tutto il 2018 invece è quello che ho dedicato a una serie tv: ormai è chiaro, le serie tv hanno totalmente spodestato il cinema come passatempo preferito dalla gente. E non solo in Italia, ma a livello mondiale. Il motivo è chiaro: un film ti costringe a uscire di casa (magari con un freddo boia), spendere i soldi del biglietto e perdere mezza giornata dietro al cinema; una serie tv invece te la gusti gratis nella comodità e nel calduccio di casa tua, magari mentre stai facendo altro o hai bisogno di qualcosa che ti tenga compagnia in una serata solitaria. Non c’è gara. Alcuni registi l’hanno capito, e infatti hanno accettato di far uscire i loro film direttamente su Netflix: mancherà il romanticismo della visione in sala, ma se il pubblico va in una determinata direzione è inevitabile doverlo assecondare con dei compromessi come questo.
In verità 103 non è il mio record, nel 2017 raggiunsi la ragguardevole cifra di 113 titoli…
P.S.: Buon anno! 🙂
E buon anno anche a te!
“perché comunque il dramma è la nostra dimensione, e almeno i libri lo raccontano, lo esprimono in parole” 😍🌼
❤
Senza i libri non saprei davvero cosa fare…. buon anno, di felicità, di condivisione e di buone letture! Pina
❤ ❤ ❤
I libri… da sempre il rifugio più accogliente per cuore e pensieri…
Proprio così! 🙂
Leggere, leggere, leggere! Dateci una vita per leggere e una per vivere! 🙂
E una per scrivere?