Ho sognato che ero seduta per terra davanti alla stazione di Pistoia. Una donna mi diceva di alzarmi:
«Sei russa, non puoi stare lì.»
«Sono russa» ammettevo, «ma sono anche cittadina italiana!»
Non so come sia finita la discussione, perché mi sono svegliata. Io non sono russa, in realtà, ma temo che fuori dal sogno la mia italianità non mi avrebbe aiutata in questo caso. In alcune città infatti (Pistoia non è tra queste, ma nulla esclude che lo diventi presto) è proibito sedersi sugli scalini di edifici pubblici, chiese e monumenti, in altre non si può mangiare per strada o nei parchi e giardini, in altre ancora…
Penso a quando eravamo ragazzi, e alle serate intere che abbiamo passato seduti uno vicino all’altro sugli scalini della chiesa di San Leone. Ora quegli scalini sono protetti da una catena, perché un senzatetto ne aveva fatto il suo rifugio. Penso a quando andavamo in gita coi bambini del catechismo, e alle classi che ho accompagnato in gita scolastica. «Pranzo al sacco!» E dove lo consumavamo il pranzo al sacco? In un giardino, in una piazza, seduti sugli scalini di un monumento. Ora non si può mangiare neanche camminando per strada. Penso ai poliziotti di Law & Order, alla mitica Olivia Benson e all’irascibile Stabler che mangiano frettolosamente street food (che si chiama così proprio perché è un cibo che si mangia per la strada) mentre si avviano sulla scena del crimine. Speriamo che non vengano mai in Italia!
A New York, la scorsa primavera, vedevo, tra mezzogiorno e l’una, frotte di impiegati e commessi, ognuno col suo sacchetto di carta in mano come Charlie Brown, che raggiungevano le numerose piazze che abbelliscono la città, e lì sedevano ai tavolini messi a loro disposizione dall’amministrazione comunale, consumando i loro pasti all’aperto. Ho visto anche dei senzatetto che la sera preparavano i loro giacigli sul marciapiede dei negozi alla moda. La città scorreva loro al fianco, indifferente, forse, ma non cattiva. Fossero stati in Italia, ci sarebbe stata una sollevazione popolare. Eh, sì, noi abbiamo il decoro!
Marisa Salabelle
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Ho visto ogni singola puntata della mitica coppia Benson & Stabler: qualche anno fa ho anche dedicato un post al loro telefilm (https://wwayne.wordpress.com/2011/02/02/una-rosa-nel-deserto/). E’ un vero peccato che Christopher Meloni abbia voluto abbandonare la serie: molti attori prima di lui hanno fatto la stessa scelta, perché temevano di rimanere ingabbiati nei panni del loro personaggio più famoso. E spesso sono caduti dalla padella nella brace, perché da icone pop sono diventati delle ex star cadute in disgrazia. Magari tra qualche anno lo ritroveremo a spaccare le noci di cocco nella versione americana dell’Isola dei famosi.
Eh, lo sapevo… 😉
Era una bella serie e loro erano bravissimi. Speriamo che Meloni non faccia la fine che gli profetizzi!
Di origine certamente italiana, con quel cognome: forse addirittura sarda (Meloni è un cognome molto comune in Sardegna)
E’ vero: Meloni, Puggioni e Manca sono forse i cognomi più comuni in assoluto tra i sardi, e infatti in Liguria (terra di intensa emigrazione dal Sud Italia) ne ho conosciuti tanti che si chiamavano così. Tra di essi c’era anche una ragazza, Irene Manca, che a distanza di anni continuo a ricordare come una delle ragazze più belle che abbia mai incontrato.
Considerato che la Sardegna ci ha regalato anche la Palmas, la Canalis e un numero impressionante di ultracentenari, direi che la vostra genetica è davvero prodigiosa, in termini sia di bellezza che di longevità.
Modestamente… 🙂
E a proposito di belle donne, non so se lo sa, ma Mariska Hargitay (quella che interpreta Olivia Benson) è stata l’attrice più pagata del 2017, con un guadagno di 82 milioni di dollari solo in quell’anno (fonte: https://www.economiapersonal.com.ar/la-fortuna-de-mariska-hargitay/). Considerato che a quell’età molte attrici sono già finite da un pezzo, direi che anche lei è un vero modello di longevità! 🙂
So chi è Mariska Hargitay!
A proposito di cognomi sardi, copio e incollo da Wikipedia. I venti cognomi più diffusi in Sardegna sono i seguenti:
Sanna, Piras, Pinna, Serra, Melis, Carta, Manca, Meloni, Mura, Lai, Murgia, Porcu, Cossu, Usai, Loi, Marras, Floris, Deiana, Cocco, Fadda
Ne consegue che su Manca e Meloni ci sei andato vicino, ma con Puggioni no
Io quando voglio sapere qualche curiosità sui cognomi vado su Cognomix. Il quale tuttavia prende in esame soltanto quelli più “gettonati”: ad esempio, il Suo non c’è. 🙂
La mia famiglia è di origine francese. I miei avi, così si è ricostruito, vennero a Napoli al seguito di Gioacchino Murat. E infatti a Napoli ci sono Luigi e Ugo Salabelle, figli di Vittorio, cugino di mio padre. Luigi ha un figlio maschio che si chiama Roberto mentre Ugo ha due figlie. Aggiungi me e mio cugino Gino e i Salabelle sono tutti qui
E come ci siete finiti in Sardegna?
Eh! Mio nonno Giulio era commerciante e in una certa fase della sua vita si trasferì a Cagliari. Là è cresciuto mio padre e ha conosciuto mia madre, che di cognome si chiama Fois. E come ci siamo finiti in Toscana? Perché mia madre volle ricongiungersi con i suoi genitori che si erano trasferiti a Firenze nel 1959, in seguito a una promozione di mio nonno Enrico, che era medico dell’Inam
Va bene che gli italiani sono tradizionalmente dediti all’emigrazione (interna ed esterna), ma voi avete proprio esagerato! 🙂 Il mio ramo paterno invece non ha una storia così avventurosa: sono nati e cresciuti nelle campagne toscane, maritandosi per generazioni sempre e solo con donne dello stesso paese o al massimo dei paesi vicini. Mio padre dette una bella spallata a questa tradizione, sposando una donna venuta addirittura dall’Inghilterra: è stata una fortuna, ché sposarsi sempre tra compaesani non è molto salutare. 🙂
Viene il gozzo… o i braccini corti. Dillo al tuo amico Salvini! E così tua madre è inglese?
Sì. E a proposito di italiani sui generis, ha visto che le 2 pallavoliste di origine nigeriana ci hanno portato alla finale del Mondiale di volley? Se Le interessa, la partita è domani alle 12:40! 🙂
Già…ma quelli non sono spazi comuni, della comunità?
Una chiesa con simile catena…fa pensare … e non poco
Eh, ma capisci a me… per il decoro… decoro urbano, daspo urbano, che poi significa, per esempio, allontanare dal centro delle città chi dorme all’aperto e chi rovista nella spazzatura…
In ogni caso, la chiesa di San Leone (siamo nel centro di Pistoia) che ho postato e che all’interno è bellissima, con meravigliosi affreschi in stile barocco, è sconsacrata da tanto anni e non è più luogo di culto. Quando ero ragazza era magazzino della vicina cassa di risparmio… ma nei locali sopra la chiesa c’era la sede del nostro gruppo, e sul tardo pomeriggio ci piaceva tanto “fare ora” sugli scalini. Che cosa indecorosa!
Anche io provo un senso di fastidio quando sento parlare di questi provvedimenti: ancora oggi provo estremo piacere quando mangio all’aria aperta un panino… magari a Londra o a Parigi 😊 perché non poterlo fare a Roma? Tanto le briciole cadrebbero nelle buche che decorano la città…. sempre decoro è?
I sindaci sparano a raffica provvedimenti di questo genere e intanto nelle città si moltiplicano i quartieri dominati dalla criminalità, dove è realmente pericoloso addentrarsi, e l’immondizia sta sommergendo tutto. ma l’importante è che non si ostacoli il passeggio nelle zone turistiche mangiando mentre si cammina o addirittura (scandalo) sedendosi su uno scalino!