Sto uscendo dalla canonica di Vicofaro dopo aver fatto le mie consuete due ore di insegnamento di italiano e mi sto avviando verso casa quando un signore mi viene incontro.
«Lei è interessata?» mi chiede.
«A cosa?»
«Lei ha a che fare con quella gente?»
«Faccio volontariato, insegno italiano.»
«Quindi è lei che ce li porta tutti qui dall’Africa!»
«Veramente io non ho portato nessuno. Mi limito a dare una mano.»
«Ma che siete grulli?»
Decido che è il momento di salutarlo. «Devo andare, arrivederci.»
Mi avvio e lo sento che insiste dietro le mie spalle: «Ma che siete imbecilli? Tutta l’Africa qui volete portare? Teste di…»
La sua voce sfuma mentre mi allontano. Mi succedeva anche a scuola. Per anni sono stata referente per gli studenti stranieri: curavo l’accoglienza, chiamavo la mediatrice culturale, organizzavo corsi di italiano, tenevo i contatti con le famiglie. Mica mi aspettavo che qualcuno mi ringraziasse: facevo solo il mio lavoro. Ma c’erano alcuni colleghi che mi apostrofavano:
«Ecco l’amica degli stranieri!»
«È lei che li chiama!»
«È tanto brava che vengono tutti da lei!»
«Li attira come il miele!»
Marisa Salabelle
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Visto il clima che si respira a Pistoia, c’è da rallegrarsi se a dominarla siamo noi di Fratelli d’Italia e non Casa Pound…
Premesso che io non amo Fratelli d’Italia, c’è da dire che il nostro sindaco è un Fratello apparente, ex Casapound, che ancora frequenta…
Ah, quindi in realtà è come se ci fosse già Casa Pound alla guida di Pistoia. E non solo per i trascorsi del sindaco, ma anche per la mentalità di molti pistoiesi, del tutto in linea con l’ideologia della peggiore destra. Ma forse è superata la visione per cui il sentimento anti – migranti implica automaticamente un’affinità con l’estrema destra: ormai l’esasperazione popolare in merito a quest’argomento è trasversale. E chi non si adegua a questo clima, come Lei, finisce inevitabilmente per pagarne le conseguenze. Si spera in modo non più serio dell’episodio da Lei raccontato in questo post, che è comunque spiacevole.
Sì, Pistoia sta diventando un laboratorio della destra più bieca. Ed è vero che senti anche il ritornello “Io sono sempre stato di sinistra, ma…”
Io, per me, non ho paura di conseguenze. Davvero, non penso che nessuno mi dia una bella legnata o cose del genere. Vorrei continuare a fare quello che ho sempre fatto e a credere in quello in cui ho sempre creduto… anche se dovessi trovarmi, come è facile che mi ritrovi, dalla parte del perdente.
Pure io sono abituato a stare dalla parte del perdente: anche prima di innamorarmi (politicamente) della Meloni, mi è capitato spesso di tifare per un partito che aveva difficoltà anche solo a superare lo sbarramento, figuriamoci vincere. Ma non mi è mai venuta la tentazione di lasciar perdere, e votare controvoglia un partito in corsa per la vittoria: la mia simpatia per gli outsider e il mio amore per le scelte curiose (per non dire bislacche) hanno sempre prevalso. 🙂
Del resto, da un’amante di De André e Guccini cosa ci si voleva aspettare?
“L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto…”