Benedizione

Avevo completamente dimenticato la benedizione delle case. Non sono particolarmente devota, anzi, diciamo pure che non lo sono per niente, ma tutti gli anni, quando c’è la benedizione, se posso cerco di farmi trovare in casa. Il nostro parroco, don Tadeusz, è polacco, e come tutti i polacchi è un fan della Madonna, al punto che ha decorato la facciata della chiesa con una gigantesca M di lucine colorate che la sera si accendono e fanno un magnifico vedere. Chissà cosa ne penserebbe il grande Michelucci, che l’ha progettata, la chiesa, dico, non la M, ma va be’, non si può sempre accontentare tutti. Oltre a questo, don Tadeusz ha intitolato il circolo ricreativo al suo conterraneo Giovanni Paolo II e ha issato in piazza un megaposter con una faccia di Gesù Cristo che io trovo vagamente inquietante. Più inquietante ancora la trovo, quella faccia che, in formato gigante, incombe obliqua dal soffitto su noi poveri fedeli, all’interno della chiesa. Ma non escludo che a qualcuno possa piacere, in fin dei conti Gesù che ci osserva dall’alto dovrebbe rassicurarci, sebbene mi sembri di vedere sul suo volto un’espressione non del tutto benevola.
Ma dicevo della benedizione. Stavo giusto uscendo di casa quando un prete nero ha suonato il campanello. La cosa non mi ha sorpreso: la parrocchia è grande e don Tadeusz si serve di numerosi collaboratori. Quindi ho fatto entrare il sacerdote e ho accettato di buon grado che benedicesse la mia casa. Pochi minuti dopo sono uscita, e sul marciapiede mi si è fatto incontro un prete anziano, accompagnato da una signora dal tipico aspetto slavo, forse una compatriota del mio buon parroco.
«Mi scusi» ha detto il sacerdote anziano «è già passata di qui la benedizione?»
«Sì, è appena venuto un suo collega, un prete di colore…»
«E sa in che direzione è andato?»
«No, mi spiace, non ci ho fatto caso!»
Mi avvio verso la mia auto parcheggiata un po’ più in là e sul marciapiede opposto intravedo un piccolo prete filippino che suona i campanelli di un palazzo.
«E’ ‘un son più i preti di una volta» commenta una vecchietta affacciata alla finestra.

Informazioni su marisasalabelle

Sono nata a Cagliari il 22 aprile 1955. Vivo a Pistoia. Insegno. Mi piace leggere e scrivere.
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