Certo che quello di Facebook è davvero uno strano mondo. E che, non lo sapevi? Hai scoperto l’acqua calda, to’! Io mi ci sono iscritta nel novembre 2014. Fino ad allora avevo avuto solo questo blog, e mi sembrava, e mi sembra tuttora, l’ideale per me, tagliato giusto sulla mia misura. Ci scrivo quello che mi pare, mi leggono quelle poche persone che mi conoscono o che ci sono capitate per caso, io se voglio di tanto in tanto vado a ficcanasare sui loro blog, non molto spesso, lo devo ammettere.
Perché ti sei voluta mettere su Facebook, allora. Ecco, è stata, non esito a confessarlo, un’operazione di marketing. Presto sarebbe uscito il mio libro e volevo avere dei contatti, lo consideravo un mezzo per farmi conoscere. Alla fine è risultato vero, e so di molti miei amici facebookiani che hanno letto il libro, che di sicuro non l’avrebbero letto, altrimenti; alcuni mi hanno fatto delle recensioni; inoltre essere sul social mi ha permesso di pubblicizzare i miei eventi e di contattare persone con cui altrimenti non so come avrei fatto a mettermi in relazione. Tutto questo su piccolissima scala, come si può immaginare, ma tutto fa, come disse quello.
Le amicizie su Facebook io di solito non le chiedo, ma tutti i giorni compaiono, cliccando sull’apposita icona, delle richieste che vaglio con attenzione. Vado sul profilo dell’aspirante amico, vedo cosa posta, vedo quali amici condividiamo, decido se mi sta simpatico, accetto o respingo. Questo tipo di selezione non mi salva dal rischio di includere persone che tutte le mattine postano cartoline di buongiorno zeppe di fiori, cuoricini e immagini di Minnie che dovrebbero generare buonumore ma che a me provocano una serie di starnuti e colpi di tosse, soggetti che sbrodolano barzellette interminabili (io odio le barzellette), foto di gattini e di piatti fumanti di cibo. Solo a me vedere queste imbandigioni dà la nausea? Mi sembra di sentirne l’odore attraverso lo schermo del mio pc, mi sembra di vedere la salsa sobbollire e gli spaghetti intrisi di condimento mi appaiono disgustosi… Per non parlare di quelle persone incredibili che ogni giorno postano una nuova foto di se stesse, un autoritratto o selfie. Ogni giorno. Si devono piacere molto, penso.
Ma tutto questo non sarebbe nulla se non ci fossero coloro che, non conoscendoti affatto, ti contattano su Messenger rivolgendoti smaccati complimenti.
«Bella!»
«Sei splendida!»
Oh, mi viene da rispondergli, ti sei bevuto il cervello o cosa? Pulisciti gli occhiali, levati le cispe dagli occhi: ho 62 anni, non sono bella né splendida, non sono in cerca di una relazione sentimentale… Invece di solito non rispondo, sperando che il molestatore si stanchi da solo, altre volte, con garbo, faccio notare al mio ammiratore che non sono su Facebook per chattare o per trovare nuove amicizie, che sarò contenta se leggerà i post che pubblico sul mio profilo e commenterà là sopra, se lo desidera. Di solito l’aspirante stalker si tira indietro, a volte mi toglie l’amicizia che lui stesso mi aveva chiesto, raramente mi insulta e lo cancello io.
Con Ciccio, però, ero stata tollerante. È vero, ogni tanto mi mandava messaggi sulla chat, sempre in stampatello maiuscolo, emoji o foto o frasi carine, ma lo vedevo un ingenuo, un sognatore, uno che straripa di amore per la vita e vuole condividere il suo entusiasmo con gli altri. Le prime volte ho risposto ai suoi messaggi con brevi commenti, poi ho cominciato a non rispondergli più, pensando, prima o poi smette. Fino alla settimana scorsa, quando la frequenza dei suoi interventi ha avuto un’impennata. Tutti i giorni o anche due volte al giorno mi postava foto di paesaggi suggestivi, bambini sorridenti, mazzi di fiori, accompagnati da frasi di cui la più frequente era SORRIDI ALLA VITA. Ho esitato, alla fine, all’ennesimo tramonto sul mare, gli ho risposto, penso urbanamente: Ciccio, io sorrido alla vita, ma non importa che tu me lo ricordi tutti i giorni. Ti prego di non inviarmi più messaggi privati, eccetera eccetera.
«Chiedo umilmente scusa» mi ha risposto subito, in maiuscolo, ovviamente, e con questo ho creduto di aver risolto la questione. Non passano cinque minuti, però, che Ciccio posta sul suo profilo:
CI SONO PERSONE CHE SI OFFENDONO SE LE INVITI A SORRIDERE ALLA VITA. VA BENE, D’ORA IN AVANTI LE INVITERÒ A SORRIDERE ALLA MORTE
Che potevo fare? L’ho tolto dai miei amici. Ora sono qui che aspetto che bussi alla mia porta, armato di un grosso coltello…
Marisa Salabelle
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“ 15 ottobre 1986 – « I denti sono lo specchio dell’anima? », si chiede Malerba interrogandosi sul gran sorridere universale collettivo. Vox clamans. “.
Si sa che il sorriso è una forma di aggressione mascherata… “Ti mostro i denti, caro, sai quello che potrei fare”
Ammazza che gufata! 🙂
Simpatico, vero?
Io comunque su Facebook mi sono iscritto come Mario Rossi. E’ stata una soluzione di compromesso: da un lato non volevo mettere in piazza i fatti miei iscrivendomi con la mia reale identità, dall’altro avevo assoluto bisogno di Facebook per carpire delle informazioni fondamentali per il mio lavoro. Così mi sono iscritto come Mario Rossi, e ho potuto ottenere quelle informazioni senza gettare al vento la mia privacy. Se un giorno Le arriverà una richiesta di amicizia da un tizio con un nickname come questo, probabilmente sarò io… 🙂
Vedo che hai scelto un nickname particolarmente originale… 😀
Una mia collega ha scelto Ridge Forrester come nom de plume: io ho scelto di rimanere sul classico. 🙂 A presto! 🙂
Facebook, al quale fui iscritta dai figli in un momento non molto felice della mia vita, va usato con molta parsimonia. In realtà penso che abbia centuplicato le peggiori tendenze di talune persone. Anche a me arrivano richieste di amicizia da persone perfettamente sconosciute.
Il mio profilo è privato, non posto mai cose personali e ho solo amicizie sceltissime.
Sì, io, poiché lo uso per finalità non del tutto private, accetto anche amicizie di sconosciuti: devo dire che, a parte qualche tentativo di abbordaggio, non ho finora ricevuto alcun danno. Nemmeno io posto cose personali, è molto più personale questo blog