La terza prova all’esame di stato è la più bastarda di tutte. Mettiamoci nei panni di quei poveri ragazzi: cinque materie, dieci quesiti da dieci righe ciascuno, due ore di tempo. E tutta la commissione al completo a sorvegliare. Naturalmente io non voglio che copino, ma sono disposta a dare qualche piccolo aiuto se mi chiedono consiglio per quanto riguarda la mia materia, che è storia.
«Professoressa, a capo della rivoluzione d’ottobre c’era Stalin, no?»
«Professoressa, i soviet sono i villaggi agricoli russi?»
«Professoressa, l’uomo politico che guidò la Democrazia Cristiana nei primi anni della Repubblica era Berlinguer, giusto?»
Oh Gesù d’amore acceso, non t’avessi mai offeso!
E tu, mio giovane amico di cui non farò il nome, perché hai lasciato in bianco la domanda sulla nascita della Repubblica italiana? A parte il fatto che è una pessima cosa che tu non ne sappia nulla, se avessi scritto qualcosa, anche solo una riformulazione della domanda con altre parole, ti avrei dato “insufficiente”, che non è molto, ma è sempre meglio di “non svolto”!
Marisa Salabelle
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Di primo acchito, verrebbe da pensare che è assurdo lasciare una domanda in bianco, dato che, come Lei ha sottolineato, anche scrivere una cavolata porta punti.
Tuttavia, questa scelta diventa comprensibile se cerchiamo di penetrare la psicologia dell’alunno: alcuni studenti si vergognano a scrivere una cavolata sapendo di scriverla, oppure lo ritengono poco dignitoso, e quindi preferiscono saltare del tutto la domanda.
La terza prova è veramente le più bastarda!