Ci credo, io, nel valore formativo del lavoro. Ci credo nel fatto che fare esperienza nel mondo del lavoro fin dagli ultimi anni delle superiori sia una buona occasione per crescere, per confrontarsi con la realtà, per acquisire senso di responsabilità… ci credo.
Eppure nelle nuove norme (alcune già in atto, altre ancora da definire) che riguardano la cosiddetta alternanza scuola-lavoro e nelle parole tanto discusse del ministro Poletti, che sembra voler incoraggiare i ragazzi (non so a partire da quale età) a dedicare parte delle vacanze estive (troppo lunghe) a svolgere lavoretti, magari non retribuiti, ho delle perplessità.
Intanto penso: in Italia non è permesso lavorare ai giovani minori di sedici anni, ma in pratica fino alla maggiore età è difficile che un ragazzo venga assunto anche per lavoretti stagionali o part-time, visto che le disposizioni relative alla sicurezza e alla tutela dei minori creano difficoltà non indifferenti. Quindi, mi domando, poiché i ragazzi in vacanza scolastica hanno di norma un’età compresa tra i sette e i diciotto anni (non conto i diciannovenni, che si diplomano e quindi escono dal circuito scolastico, e non considero i ripetenti e pluriripetenti che possono avere anche venti anni e più), chi dovrebbe riguardare questa piacevole e giovevole attività estiva? I minorenni? Mi pare che siamo di fronte a un conflitto tra questa proposta e la dovuta tutela dei minori che tanto tempo ci ha messo ad affermarsi.
Seconda cosa: questi ragazzi che impiegherebbero utilmente le loro vacanze lavoricchiando, sarebbero retribuiti? O andrebbero a incrementare le già numerose legioni dei lavoratori a titolo gratuito? E non potrebbe mica succedere che un piccolo imprenditore o commerciante, prendendo dei ragazzi a lavorare a gratis durante l’estate, eviterebbe magari di assumere qualcuno che ha bisogno di lavorare? E dunque, questa lodevole e gratuita laboriosità giovanile, non andrebbe mica a incidere sulla disoccupazione, già tanto alta?
Infine, parliamo degli stage. In questo caso, il giovane viene preso in carico da un’azienda per un periodo di formazione. Chi se lo accolla deve insegnargli qualcosa, in modo che quei quindici o venti giorni che lo studente passa in stage siano davvero utili alla sua formazione. Ma veramente gli stage sono formativi? Non succede qualche volta che il ragazzo stia “parcheggiato” presso la ditta che l’ha preso e lo dovrebbe formare, o svolga delle attività di nessun valore formativo, salvo il valore generale del lavorare, del sudarsi la giornata, dell’obbedire a chi comanda… In sostanza, voglio dire, se un giovane che studia al Liceo Linguistico si fa un bello stage presso un’agenzia turistica e non fa altro che riordinare i dépliant e suggerire pacchetti vacanze a clienti italiani coi quali interloquisce in italiano, che formazione ha fatto? Che cosa ha imparato? E non faceva meglio ad andare a scuola o a farsi delle belle passeggiate in montagna?
Marisa Salabelle
-
Articoli recenti
Commenti recenti
wwayne su Incontri-1 marisasalabelle su Incontri-1 newwhitebear su Incontri-1 marisasalabelle su Incontri-1 wwayne su Incontri-1 Archivi
- Maggio 2022
- aprile 2022
- marzo 2022
- febbraio 2022
- gennaio 2022
- dicembre 2021
- novembre 2021
- ottobre 2021
- settembre 2021
- agosto 2021
- luglio 2021
- giugno 2021
- Maggio 2021
- aprile 2021
- marzo 2021
- febbraio 2021
- gennaio 2021
- dicembre 2020
- novembre 2020
- ottobre 2020
- settembre 2020
- agosto 2020
- luglio 2020
- giugno 2020
- Maggio 2020
- aprile 2020
- marzo 2020
- febbraio 2020
- gennaio 2020
- dicembre 2019
- novembre 2019
- ottobre 2019
- settembre 2019
- agosto 2019
- luglio 2019
- giugno 2019
- Maggio 2019
- aprile 2019
- marzo 2019
- febbraio 2019
- gennaio 2019
- dicembre 2018
- novembre 2018
- ottobre 2018
- settembre 2018
- agosto 2018
- luglio 2018
- giugno 2018
- Maggio 2018
- aprile 2018
- marzo 2018
- febbraio 2018
- gennaio 2018
- dicembre 2017
- novembre 2017
- ottobre 2017
- settembre 2017
- agosto 2017
- luglio 2017
- giugno 2017
- Maggio 2017
- aprile 2017
- marzo 2017
- febbraio 2017
- gennaio 2017
- dicembre 2016
- novembre 2016
- ottobre 2016
- settembre 2016
- agosto 2016
- luglio 2016
- giugno 2016
- Maggio 2016
- aprile 2016
- marzo 2016
- febbraio 2016
- gennaio 2016
- dicembre 2015
- novembre 2015
- ottobre 2015
- settembre 2015
- agosto 2015
- luglio 2015
- giugno 2015
- Maggio 2015
- aprile 2015
- marzo 2015
- febbraio 2015
- gennaio 2015
- dicembre 2014
- novembre 2014
- ottobre 2014
- settembre 2014
- agosto 2014
- luglio 2014
- giugno 2014
- Maggio 2014
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- gennaio 2014
- dicembre 2013
- novembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- Maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
Categorie
Meta
Io non mi farei tanti scrupoli. Poche settimane sono sopportabili e comunque formative come esperienza in se. Tuttavia penso che le vacanze degli studenti vadano bene così almeno fino a 16 anni. Formativo, professionalmente, è invece il sistema tedesco, grazie alla sinergia tra scuola e aziende. Quello sì.