Auditorium della biblioteca comunale. Tutte le sedie occupate, schierati sul palco alcuni intellettuali indigeni, sparsi nella sala fotografi e operatori della tv locale. Parla un noto pubblicista, venuto a inaugurare il suo nuovo corso di scrittura creativa. L’argomento della sua dissertazione è: la scrittura autobiografica.
«Molti dicono: la mia vita è un romanzo, ma state attenti. Non basta raccontare i fatti propri per essere automaticamente uno scrittore. Bisogna soprattutto affinare il linguaggio. Prendete uno che sembra il più autobiografico di tutti, Francesco Petrarca. Guardate con quanta cura sceglie le parole. Prendete l’inizio di uno dei suoi sonetti più famosi: Solo et pensoso.»
Mi piace, questo, penso tra me e me. Sono d’accordo con lui: puoi aver vissuto la vita più rocambolesca, ma se non hai le parole per raccontarla…
«Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi larghi e lenti…» inizia, ispirato.
Larghi e lenti? Strano…
«Notate le coppie di aggettivi: solo et pensoso, ok, mi torna: Francesco è pensieroso e se ne va tutto solo per i campi più deserti. Riuscite a visualizzarlo? Bene. E ora veniamo ai passi: passi larghi e lenti, sono queste le esatte parole che il poeta usa per descrivere il suo modo di camminare. Certo, non riusciamo a immaginarci dei passi larghi e veloci… no, se sono larghi devono essere anche lenti, è chiaro… Chissà cosa ha ispirato la scelta di quei due aggettivi. Forse il poeta soffriva di una lussazione dell’anca, che lo costringeva a un’andatura divaricata… o forse era impacciato dall’abbigliamento, a meno che non soffrisse di dissenteria… nel qual caso, un certo fardello, non so come definirlo, avrebbe potuto ostacolarlo nel movimento… Passi larghi e lenti, già. Ma se pensiamo a quel verbo, vo mesurando, che Petrarca abbina ai suoi passi, allora tutto diventa più chiaro: sta misurando il terreno, come un compasso, e la sua andatura è quella di un compasso, larga, rotante…»
Non posso resistere oltre e alzo la mano.
«Dica, signora.»
«Tardi.»
«Come dice, si è fatto tardi? Ho parlato troppo?»
«Tardi, non larghi. Vo mesurando a passi tardi e lenti.»
«Ah, tardi. Passi tardi e lenti, eh già. Tutto si spiega, certo. Ma se in via d’ipotesi Petrarca avesse usato l’aggettivo larghi, abbinato a lenti…»
Marisa Salabelle
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