Domanda da un milione di dollari: è ancora proponibile a studenti del quinto anno, che si apprestano a sostenere tra qualche mese l’esame di stato (non di maturità, mi raccomando!), la lettura integrale di un testo letterario del Novecento, di Pirandello, Svevo, Kafka, Calvino? O ci si deve accontentare che imparino un po’ di manuale di letteratura, leggano svogliatamente i pochi brani antologizzati, senza aver assaggiato nemmeno un’opera completa, escludendo ovviamente La Recherche di Proust e l’Ulisse di Joyce?
Sono due mesi che insisto garbatamente su Così è (se vi pare).
«L’ho cominciata, prof.»
«Mi è arrivata ieri!»
(L’opera da leggere, anche se assegnata da mesi, è sempre “arrivata ieri”, n.d.r.)
«Professoressa, ma… non ci si capisce niente!»
«E poi un linguaggio!»
«Roba vecchia, prof. Pallosa.»
«Va bene, ragazzi. Mercoledì conversazione su Così è (se vi pare).»
«No, prof. Conversazione no.»
«Bene. Allora mercoledì interrogazione su Così è (se vi pare).»
Marisa Salabelle
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Vista la situazione, secondo me per invogliare gli studenti a leggere si dovrebbero proporre libri più “leggeri”, comici, divertenti.
Una cosa è “invogliare gli studenti a leggere”, su cui posso essere d’accordo; un’altra cosa è “proporre opere letterarie del Novecento a studenti che stanno per concludere il loro percorso scolastico”. Poi, può essere che non si possa più, che la letteratura non abbia più nessun appeal, che Pirandello e Svevo o Kafka non siano più leggibili dai giovani d’oggi, neppure per dovere scolastico: sarebbe un peccato, però. E bada bene che non sto parlando di autori del Trecento o del Seicento… possiamo anche fare tabula rasa di tutti i classici, ma credo che ci perdiamo qualcosa. E d’altronde, se non provano a leggerli quando vanno a scuola, probabilmente non ci proveranno mai più nella loro vita. Secondo me la scuola può e deve azzardarsi anche a proporre qualcosa di difficile, di non immediatamente piacevole o facile come bere un bicchier d’acqua. A meno che non si pensi che se un ragazzo ha letto solo D’avenia o Moccia un giorno, miracolosamente, si avvicinerà sua sponte a Italo Svevo…
Nel mio liceo l’ insegnamento dell’ italiano era strutturato in questo modo.
Dal terzo al quinto anno si studiava la letteratura, partendo dal magico trio Dante – Petrarca – Boccaccio (con i poeti siciliani di Federico II come contorno) e arrivando agli autori del ‘900.
Nei primi due anni, invece, si imparava a fare analisi del testo. La prof ci spiegava che, una volta arrivati al triennio, non avremmo potuto capire Dante, se al biennio non ci fossimo “allenati” su testi più semplici.
I romanzi su cui ci “allenavamo” erano moltissimi. Ricordo che i libri più gettonati (sia nella mia che nelle altri classi) erano:
Giorgio Bassani, “Il giardino dei Finzi Contini”
Giuseppe Verga, “I Malavoglia” + “Vita dei campi”
Luigi Pirandello, “Il fu Mattia Pascal” + “La giara e altre novelle”
Vasco Pratolini, “Cronaca familiare” + “Il quartiere”
Nei due anni del biennio ho dovuto leggermeli tutti. L’ unico che ho evitato é “I Malavoglia”, e mi é anche dispiaciuto, perché adoro Verga e Pirandello.
Tutto questo per dirle che Lei non é affatto troppo esigente nel far leggere un libro a degli studenti del quinto anno.
A proposito dei giovani che leggono poco, ricordo che una volta, per capire che tipo era, sono andato sul profilo Facebook di un ragazzo a cui facevo ripetizioni. Una volta arrivato alla voce “Libri”, sono rimasto di sasso: accanto a quella voce c’era scritto “Mai Letto Uno.” E magari ne va anche fiero.
Sono d’accordo sui classici. Ma penso anche che un insegnante debba consigliare e stimolare i propri studenti a leggere anche libri di autori più recenti. I ragazzi di 16-17 anni leggono Moccia e Volo e Mazzantini perché magari non sono stimolati a “guardare” ad altri scrittori, migliori e sicuramente più interessanti. Questo stimolo secondo me dovrebbe arrivare soprattutto dagli insegnanti.
La Mazzantini secondo me é già una lettura troppo sofisticata per i ragazzi di 16 – 17 anni. Ed é davvero tutto dire.
In realtà questa cosa della lettura è tutt’altro che facile. Ci sono ragazzi che leggono, e a volte si hanno delle sorprese, perché si scopre che hanno letto, per conto loro, anche opere importanti. Ci sono ragazzi che non leggono affatto, se dai letture obbligate non le fanno e si salvano scaricando i riassunti da Wikipedia o peggio ancora da qualcuno di quei siti aiuta-studenti in cui spesso si trovano riassunti o commenti mal fatti. Se cerchi di invogliarli, anche proponendo libri un po’ insoliti, nuovi, poco scolastici… non reagiscono in alcun modo. Io nella mia carriera ho tentato un po’ di tutto, ma con risultati non sempre gratificanti. Quest’anno ho proposto loro di parlarmi di libri che hanno letto di loro iniziativa, per ora solo uno ha accettato di parlare di una sua lettura. In quinta, però, impongo almeno la lettura integrale di un’opera , non troppo lunga o troppo complessa. Ma molti sono recalcitranti.
Capisco pienamente le Sue difficoltà, e proprio per questo ammiro i Suoi sforzi. Grazie per la risposta! : )