La scuola dove insegno

La scuola dove insegno è una scuola prevalentemente maschile. Un Istituto tecnico tecnologico. Le ragazze sono in netta minoranza. La scuola dove insegno è simile a un labirinto. Da ogni lato dell’immenso atrio partono corridoi che vanno in tutte le direzioni. Imbocchi un corridoio e ti perdi tra bivi, scale che salgono e che scendono, svolte ad angolo retto, porte tagliafuoco. Vuoi andare in classe e ti ritrovi davanti all’aula di chimica o alla segreteria amministrativa. Scendi una rampa di scale, percorri un andito piastrellato, sali un’altra rampa e sei in un laboratorio di meccanica. Macchinari giganteschi ti si ergono davanti: motori, turbine, pompe idrovore. Sbirci attraverso i vetri polverosi di un finestrone e ti accorgi di essere in un altro edificio rispetto a quello in cui credevi di essere. Esci da una porta di alluminio e vetro, che dà su un cortile di cemento del quale ignoravi l’esistenza. In un angolo sono accatastate vecchie scrivanie di metallo, sedie di formica con scheletro di acciaio, computer dismessi e scatoloni dal contenuto sconosciuto. Si dice che in quei luoghi dimenticati da dio si aggirino ultraripetenti dediti allo spaccio di droghe pesanti, assistenti di laboratorio muniti di pesanti randelli, anziane professoresse di lettere che non ritrovano più la strada dell’uscita.